Il pellet di legno sta diventando sempre di più una commodity energetica a scala internazionale. Si stima che nel 2025 il consumo supererà i 50 milioni di tonnellate, ovvero raddoppierà. Eppure in alcuni settori dell’opinione pubblica, e talvolta delle istituzioni, vi è ancora la percezione che le fonti fossili, in particolare quelle gassose (metano e GPL), siano 'più rispettose dell’ambiente' se confrontate alla moderna combustione del pellet, perché emettono meno polveri all’atto della combustione.
L’obiettivo di questo articolo è cercare di dimostrare - sulla base di dati veritieri, pertinenti e scientificamente verificabili - che l’uso del pellet per la produzione di calore rinnovabile in caldaie automatiche allo stato della tecnica è rispettoso dell’ambiente anche quando è impiegato in sostituzione di combustibili fossili in forma gassosa. È sicuramente vero che all’atto della combustione un combustibile solido (pellet) emette più polveri di un combustibile gassoso (metano e GPL). Ma è importante comprendere questa differenza oltre che in termini quantitativi, soprattutto in senso qualitativo/compositivo, ovvero in termini di effettiva tossicità sulla salute umana del particolato emesso.
Attualmente la preoccupazione delle autorità competenti (MATTM, ARPA), con particolare riferimento alle emissioni della combustione domestica del legno, sono riferite soprattutto alla qualità del particolato, ovvero al suo effetto di tossicità. I composti più temuti, legati alla combustione domestica tradizionale del legno, sono gli Idrocarburi Policiclici Aromatici (IPA), tra questi il più noto e temuto è il Benzo(a)pirene. Nel bacino padano, infatti, si osserva che, mentre il PM10 è in costante diminuzione, il B(a)P mostra una tendenza in aumento in alcune valli alpine/montane/pedemontane chiuse, con scarso ricambio d’aria e fenomeni di inversione termica.
La combustione del pellet in moderne caldaie automatiche è caratterizzata dal fattore di emissione (FE) di particolato (PM) più basso rispetto ai tipi di generatori e biocombustibili legnosi. Il FE varia nell’intervallo 6-15 mg/MJ ed è composto essenzialmente da sali minerali, ovvero composti inorganici.